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Il richiamo del mare è per tanti irresistibile: per alcuni un viaggio in barca significa vacanza, per altri significa passione e lavoro, come per noi di Nieddittas che abbiamo la nostra filiera di eccellenza nel Golfo di Oristano, in Sardegna. Tuttavia, non sono pochi gli sfortunati che, per via della forte nausea e del malessere da movimento, si trovano costretti ad ammirare il mare solo dalla riva.

Vi siete mai chiesti perché viene il mal di mare? Conoscere meglio questo disturbo potrebbe essere di aiuto nel prevenirlo o porvi rimedio. Ma prima di parlare delle cause partiamo dal principio e chiariamo cosa sia la naupatia, volgarmente detta mal di mare.

Cosa è il mal di mare?

Il mal di mare è una forma molto comune di cinetosi (o chinetosi), un disturbo neurologico secondo cui a movimenti ritmici o irregolari del corpo seguono sintomi spiacevoli quali nausea, vertigini o malessere generale. Per essere più precisi, la cinetosi colpisce il senso dell’equilibrio e, conseguentemente, il senso di orientamento spaziale. Oltre al mal di mare, altre forme di cinetosi possono essere il mal d’auto, il mal d’aria, il mal di treno, il mal di spazio (per gli astronauti) o addirittura la cybersickness: cinetosi da realtà virtuale.

Il mal di mare, più propriamente naupatia, è la più diffusa tra le forme di cinetosi: basti pensare che il termine nausea, fra i sintomi più comuni del disturbo, deriva dal greco naus, nave.

In linea generale, la possibilità che si sviluppi il mal di mare, così come per ogni altra forma di cinetosi, è maggiore in condizioni di ansia o stress. Detto ciò, gli specifici meccanismi neurobiologici alla base del disturbo non sono ancora stati completamente chiariti ed il perché viene il mal di mare ha trovato risposta solo in numerose ipotesi e teorie. La teoria ad oggi più accettata è quella del conflitto sensoriale, di cui parleremo più specificamente nel prossimo paragrafo.

Perché viene il mal di mare?

Per riassumere quanto spiegato precedentemente, la naupatia (o mal di mare) è descrivibile come la risposta fisiologica ad uno stimolo, tipicamente a bassa frequenza, dovuto al movimento del mare ed al quale il corpo non è particolarmente abituato. In generale, nello sviluppo dei sintomi, i movimenti inaspettati hanno un effetto maggiore di quelli prevedibili ed un altro fattore importante, come menzionato, è rappresentato da eventuale ansia o agitazione.

Abbiamo anche detto che non vi è certezza riguardo alle cause del mal di mare, tuttavia esiste una teoria molto accreditata detta del conflitto sensoriale.

La teoria del conflitto sensoriale

La teoria del conflitto sensoriale identifica la causa principale del mal di mare nel fatto che quando si è in barca (o su qualsiasi altro mezzo di trasporto) il cervello riceve stimoli sensoriali contrastanti. Per fare un esempio: in barca vi è contrasto fra lo stimolo dell’apparato vestibolare (detto anche organo dell’equilibrio) e lo stimolo visivo, in quanto nonostante il corpo sia fermo gli occhi possono osservare una scena di movimento.

Il principio di base del concetto di conflitto sensoriale è che il nostro cervello impara ed immagazzina costantemente pattern di associazioni sensoriali. In situazioni particolari quali una gita in barca, i pattern attesi dal cervello non vengono rispettati: questa discrepanza sensoriale genererà dei segnali (detti di mismatch neurale) che innescano i meccanismi responsabili dei sintomi tipici da cinetosi. L’entità di tali sintomi dipenderà poi dal grado di discrepanza sensoriale e dalla capacità del proprio corpo di adattarsi a condizioni anomale.

Andiamo un po’ più nel dettaglio: l’ippocampo processa gli stimoli del sistema vestibolare, confrontandoli con i pattern sensoriali memorizzati. Qualora dovesse esserci una situazione di contrasto, il rilascio di acetilcolina dell’ippocampo aumenta, creando così il segnale di mismatch neurale. Il segnale di mismatch neurale determina poi l’attivazione dei neuroni istaminergici dell’ippocampo e, dunque, un rilascio di istamina. Infine, l’istamina attiva i ricettori di tipo H1 nel midollo allungato, i quali causano la sensazione di nausea e gli altri sintomi del mal di mare, su cui ci concentreremo nelle prossime righe.

Quali sono i sintomi tipici del mal di mare?

Il sintomo indubbiamente più comune del mal di mare è la nausea (termine che, come abbiamo detto, deriva dal greco naus, nave). La sensazione di nausea può essere aggravata dalla presenza di odori forti e pungenti. Inoltre, se tale sintomo persiste, è possibile che culmini nel vomito.

Oltre alla nausea, altri sintomi abbastanza comuni sono:

  • vertigini;
  • tachicardia;
  • sudorazione fredda;
  • assenza di appetito;
  • mal di testa;
  • attacchi di panico;
  • maggiore salivazione;
  • pallore;
  • visione offuscata;
  • abbassamento di pressione;
  • iperventilazione;
  • senso di malessere generale.

Di norma i sintomi dovrebbero cessare entro le 24 dalla scomparsa dei fattori scatenanti (quali il movimento dell’imbarcazione). Inoltre, quando l’esposizione agli stimoli è particolarmente prolungata, è probabile che il corpo inizi ad adattarsi e, conseguentemente, che diminuisca l’entità del malessere.

Come prevenire il mal di mare?

Prevenire il mal di mare, o qualsiasi altra forma di cinetosi, è sicuramente più semplice che porvi rimedio in seguito alla comparsa dei sintomi.

Prima di salire sull’imbarcazione (o, in generale, qualsiasi sia il mezzo di trasporto in questione), è consigliabile evitare di bere caffè, alcol o in generale grandi quantità di liquidi. Inoltre, è bene evitare di mangiare cibi particolarmente pesanti.

Inoltre, durante il viaggio in mare è importante ricordarsi di rimanere idratati, di evitare odori pesanti quali quello del fumo e di non stare in un ambiente chiuso. Ancora, è bene evitare di leggere, guardare schermi, parlare fissando il proprio interlocutore o sedersi a prua.

Guardare in direzione del senso di marcia può invece aiutare a ridurre il contrasto sensoriale e dunque diminuire la severità dei sintomi da mal di mare.

Come curare il mal di mare?

In generale il mal di mare non necessita di essere curato a livello farmacologico: con le dovute precauzioni si potrà tenere a bada l’entità dei sintomi che, una volta terminato il viaggio in mare, spariranno autonomamente nel corso di 24 ore. Per chi lo ritenesse necessario, sono tuttavia presenti in commercio numerosi farmaci e prodotti (come ad esempio dei cerotti specifici) che aiutano contro il mal di mare.

Per quanto riguarda i farmaci, un consiglio è sempre quello di assumerli preventivamente in quanto la gastroparesi (paralisi parziale dello stomaco) che spesso si verifica in risposta ai sintomi interferisce con il corretto assorbimento dei farmaci. I farmaci più comunemente adottati al fine di combattere i sintomi da mal di mare sono agenti anticolinergici ed antistaminici, spesso associati ad agenti simpaticomimetici in modo da ridurre gli effetti collaterali dei primi due.

Uno dei farmaci più utilizzati, la scopolamina, può essere assunta in forma di cerotto transdermico. Sarà sufficiente applicare il cerotto dietro l’orecchio circa 4 ore prima dell’inizio del viaggio e si noterà un’efficacia di circa 72 ore.

In commercio sono presenti anche delle particolari gomme da masticare che, se assunte al momento in cui comincia il malessere, avranno l’effetto di alleviarne l’entità. Ricordiamo tuttavia che, prima di optare per una soluzione farmacologica, sarebbe meglio chiedere un parere al proprio medico.

Per chi invece preferisse adoperare rimedi naturali, alcuni fiori di Bach (ad esempio lo Scleranthus) possono rivelarsi efficaci contro gli effetti del mal di mare per via delle proprietà lenitive a livello intestinale. Inoltre, anche i preparati a base di radice di zenzero (o anche zenzero in capsule) si rivelano molto utili: lo zenzero è ottimo per contrastare nausea e vomito, oltre ad avere un effetto calmante e antinfiammatorio.

Un altro rimedio naturale contro la nausea è qualche goccia di olio essenziale di menta piperita o di limone. Il limone può anche essere assunto fresco, se si è in grado di sopportarne l’asprezza.

Un rimedio alternativo, dimostrato da alcuni studi, è infine quello di premere (per un tempo abbastanza prolungato e con una pressione costante) sul punto P6, situato nella parte centrale interna del polso.

È chiaro però che, qualunque sia il rimedio scelto per combattere gli effetti del mal di mare, il risultato sarà massimo se al contempo ci si è comportati adeguatamente al fine di prevenire il più possibile il malessere.

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