Qual è il mare più pericoloso al mondo?

1 Ago 2025

Il mare affascina da sempre l’uomo. La sua vastità, i suoi colori, il rumore delle onde: una bellezza che racchiude mistero e libertà. Questa enorme distesa d’acqua fondamentale per la vita sulla terra nasconde però anche delle insidie letali. Correnti imprevedibili, tempeste improvvise, acque gelide e onde anomale: il mare può trasformarsi, in un attimo, da paradiso a trappola mortale.

Esistono, infatti, angoli del pianeta che sono noti per la loro pericolosità estrema. Andiamo alla scoperta del mare più pericoloso al mondo e dei tratti di oceano che incutono timore anche ai navigatori più esperti.

Il canale di Drake: il mare più pericoloso al mondo

Il mare più pericoloso al mondo è lo Stretto di Drake (Drake Passage), situato tra la punta meridionale del Sud America e l’Antartide. Collega gli oceani Atlantico e Pacifico tra Capo Horn e le Isole Shetland Meridionali nel continente antartico.

Il nome deriva dall’esploratore britannico Sir Francis Drake che lo attraversò nel XVI secolo dopo aver passato lo Stretto di Magellano. In realtà, è stato un altro navigatore spagnolo, Francisco de Hoces, ad aver completato 50 anni prima il canale, noto anche con il nome di “Mar de Hoces”.

Questo tratto ha la fama di essere il mare più pericoloso del mondo perché rappresenta la zona di congiunzione tra tre vasti bacini oceanici: Atlantico, Pacifico e Antartico. Le masse d’acqua si incontrano e scontrano, generando correnti oceaniche tra le più forti del mondo, tempeste frequenti e onde anomale, anche di 20 metri, causando incidenti mortali!

Chiunque navighi nel Passaggio di Drake sa che la natura qui non fa sconti: le navi moderne riescono ad attraversarlo grazie a degli stabilizzatori avanzati, seppur con difficoltà. Questa regione, che separa le condizioni subpolari fredde della Terra del Fuoco dall’Antartide, è privo di ostacoli naturali consentendo ai venti di svilupparsi senza limiti, dando origine così ad un mare turbolento e imprevedibile.

Gli altri mari più pericolosi del mondo

Lo Stretto di Drake non è però l’unico tratto di mare noto per la sua pericolosità. Ecco una lista dei 6 mari più pericolosi del mondo, ciascuno con le sue particolari caratteristiche:

  1. Triangolo delle Bermuda (Oceano Atlantico). Famoso per le misteriose sparizioni di navi e aerei, questo tratto a forma di triangolo compreso tra Bermuda, Florida e Porto Rico è diventato leggenda. Le teorie spaziano da anomalie magnetiche a fenomeni meteorologici estremi. Sebbene molte sparizioni siano state spiegate, il Triangolo delle Bermuda resta uno dei tratti di mare più temuti.
  2. Mare del Nord. Le sue acque fredde e le forti correnti, unite a un clima spesso tempestoso, ne fanno un pericolo per pescatori e marinai. È la sede di molte piattaforme petrolifere e parchi eolici offshore. Rispetto al passato, la navigazione è oggi resa più sicura dalle previsioni meteorologiche, ma resta ancora insidiosa in alcuni tratti. Nel mare del Nord è stata registrata nel 1995 una delle prime onde anomale, “l’onda della Draupner”.
  3. Capo di Buona Speranza. Situato vicino alla punta meridionale dell’Africa, questo promontorio roccioso è attraversato da correnti particolari perché è il punto in cui si collegano l’Oceano Atlantico e Indiano.
  4. Stretto di Malacca. Importante passaggio commerciale tra l’Oceano Indiano e il Pacifico, è noto per gli stretti passaggi, le forti correnti e, in passato, per episodi di pirateria.
  5. Stretto di Magellano. Separa l’America Latina dalla Terra del Fuoco, ed è stato per secoli l’unica alternativa al Passaggio di Drake. Sebbene più protetto, presenta numerose insidie: strettoie, nebbie improvvise e scogli nascosti.
  6. Mar Cinese Meridionale. Porzione dell’Oceano Pacifico caratterizzata da tempeste tropicali, tifoni, fondali irregolari e scogliere sommerse che rappresentano un pericolo per la navigazione.

Cosa sono le onde anomale?

Tra i pericoli più subdoli degli oceani troviamo le onde anomale, ovvero onde improvvise, isolate, di grandi dimensioni, alte anche più di 20 metri, che appaiono per via di correnti e condizioni meteorologiche avverse in mezzo al mare calmo. Un tempo considerate leggende dei marinai, oggi sono state confermate da misurazioni satellitari e boe oceaniche. Le onde anomale si formano quando le onde regolari si sommano in modo casuale, generando colossi d’acqua che possono affondare navi di grandi dimensioni.

Diverso è invece lo tsunami, che causa effetti devastanti per le zone costiere, originato da un movimento improvviso del fondale marino, ad esempio a causa di un terremoto, che sposta enormi volumi d’acqua.

Come evitare i pericoli del mare

Navigare in mare aperto richiede prudenza, conoscenze tecniche e rispetto per la natura. Ecco alcuni consigli da tenere a mente:

  • Controllare le previsioni meteo. È essenziale, soprattutto in aree a rischio di tempeste.
  • Correnti e maree possono spostare la rotta e aumentare i consumi di carburante o i tempi di percorrenza.
  • Informarsi sulle temperature dell’acqua. in alcune zone, cadere in mare significa morire di ipotermia in pochi minuti.
  • Possedere una cartografia aggiornata. Se si naviga in strettoie come lo Stretto di Magellano, ogni scoglio non segnalato può essere fatale.
  • Dotarsi di tecnologie di bordo: radar, GPS e comunicazioni radio sono oggi essenziali per la sicurezza.
  • Rispettare il codice di navigazione.

Video di navi battute da mari in tempesta ed eventi tragici ci insegnano che in mare non tutto può essere previsto o controllato. Conoscere i mari più pericolosi al mondo non serve solo a evitare tragedie, ma a comprendere che la natura, anche nella sua bellezza estrema, merita rispetto. Il mare non è solo una risorsa naturale, ma è una forza vitale per l’intero pianeta. Proteggerlo significa garantire un futuro sostenibile per tutti, sulla terraferma e oltre.

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