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Delicate e destinate a piatti raffinati, le capesante sono una vera e propria delizia del mare: con la loro polpa soda e carnosa e un gusto saporito, questi frutti di mare non sono solo deliziosi, ma sono anche ricchi di sali minerali e Omega 3.

Questi molluschi poveri di grassi saturi apportano inoltre proteine di qualità elevata, vitamine del gruppo B e sali minerali quali magnesio, fosforo e selenio.

Note anche come conchiglie di San Giacomo, le capesante sono infatti considerate da molti un cibo prelibato, da cucinare in occasioni speciali e per piatti particolarmente prelibati.

Tuttavia, quando si tratta di molluschi occorre fare molta attenzione sia alla scelta al momento dell’acquisto sia alla pulizia. Vediamo allora come pulire le capesante e tutto quello che c’è da sapere per prepararle nel migliore dei modi.

Come capire se le capesante sono fresche?

Innanzitutto, prima di pensare a cucinare le capesante è bene saperle scegliere e capire se sono fresche. Ecco i dettagli a cui fare attenzione prima di acquistarle:

  • assicuratevi che abbiano il diametro di circa 10 cm;
  • controllate che la conchiglia sia lucida;
  • controllate la carne all’interno, che deve avere un colore bianco candido e arancio, oppure rosso sgargiante; il colore deve essere brillante e non opaco mentre la consistenza deve essere soda.

Una volta acquistati questi frutti di mare, non vi resta che pulirli con cura.

Nieddittas commercializza le capesante mezzo guscio, in questo modo potrete verificare voi stessi la qualità del mollusco, notando i suoi bei colori bianco candido e arancione brillante.

Quali parti si possono mangiare delle capesante?

Delle capesante, le parti che si possono mangiare sono la noce, ovvero il muscolo di colore bianco candido, e il corallo, che è la parte color arancio. Il resto, invece, deve essere rimosso con cura attraverso la pulizia del frutto.

È necessario spurgare le capesante?

Tutti i prodotti Nieddittas seguono il processo di lavorazione della nostra filiera di eccellenza in Sardegna. Al termine del processo di lavorazione si contraddistinguono, oltre che per la loro freschezza, anche per la quasi totale assenza di fango e gusci rotti.

Potete procedere in questo modo:

  • passate le capesante sotto l’acqua fredda;
  • con una spazzola dalle setole rigide, grattate via l’eventuale sporcizia o le incrostazioni sulla conchiglia.
  • procedete con la successiva pulizia delle capesante descritta nel prossimo paragrafo.

Come pulire le capesante in maniera semplice

Pulire le capesante è un passaggio importante, sia per la riuscita del piatto sia per evitare di correre rischi mangiando frutti di mare non puliti. Ecco come pulirli in maniera semplice:

  • staccate la parte bianca (il muscolo) dalle parti nere e scure con un coltello, eliminando anche la pelle trasparente. Selezionate anche il corallo arancione.
  • la parte bianca e quella arancione, cioè le parti commestibili del frutto, andranno entrambe pulite sotto l’acqua corrente fredda.

A questo punto le parti del mollusco sono pronte per essere preparate e utilizzate in tutte le vostre ricette di antipasti o per secondo piatto. Leggete come riutilizzare i gusci in maniera originale e creativa.

Come conservare le capesante pulite

Potrebbe essere una buona idea conservare le capesante per cucinarle in un secondo momento, magari durante un’occasione speciale o una cena dell’ultimo minuto.

Tuttavia, essendo molluschi delicati non durano a lungo in frigorifero: soprattutto d’estate, riducete al massimo gli sbalzi di temperatura, perché l’interruzione della catena del freddo favorisce la proliferazione di virus e batteri. Una volta comprate le capesante, dunque, cucinatele il prima possibile: potete conservarle in frigo per 24 ore al massimo.

È possibile invece congelare le capesante fino a 3 mesi sistemandole all’interno di un contenitore ermetico o di una busta di plastica da congelatore. Se ne avete la possibilità, l’ideale è conservarle in una busta sottovuoto.

Curiosità sulle capesante

Le capesante che si trovano principalmente nel Mediterraneo sono chiamate anche conchiglie di San Giacomo o conchiglie del Pellegrino perché sembra che in passato fosse usanza dei pellegrini raccoglierle nei pressi del Santuario di San Giacomo lungo il Cammino di Santiago di Compostela.

Nel Medioevo, inoltre, secondo i racconti la conchiglia veniva utilizzata per versare l’acqua benedetta nel rito del battesimo, e da qui sarebbe poi derivato il nome di capesante.

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