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Il mare è una risorsa naturale preziosa, un universo blu che ospita silenziosamente un numero enorme di specie animali e vegetali. Un patrimonio inestimabile che va tutelato dalle minacce dei cambiamenti climatici e dall’azione dell’uomo.

Del mare riconosciamo il suo odore, il suo colore, la sua forza e la sua ricchezza. Per noi di Nieddittas il mare è vita, è il posto in cui siamo nati e che ci dà lavoro, ed è per questo che lo rispettiamo e tuteliamo in ogni modo.

A proposito di amore e rispetto per questa importante risorsa, sono state indette diverse giornate per sensibilizzare in particolar modo i giovani sul tema e per sviluppare la cultura del mare come bene economico, culturale, scientifico e ricreativo: l’11 aprile di ogni anno si celebra la Giornata nazionale del mare, mentre il 29 settembre si celebra la Giornata mondiale del mare, voluta dalle Nazioni Unite al fine di promuovere la conoscenza del settore navale.

Esiste anche la Giornata mondiale degli oceani, l’8 giugno, e la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, che si festeggia l’8 luglio, un’occasione per far crescere la consapevolezza sullo stato di salute del Mare Nostrum e sui pericoli che lo minacciano.

Lo scopo della Giornata internazionale del mare

Quella dell’11 aprile sarà la sesta edizione della Giornata internazionale del mare, istituita il 13 febbraio 2018 dopo l’entrata in vigore del nuovo Decreto sul Codice della Nautica. Si tratta di un modo per riflettere e sensibilizzare sull’importanza del rispetto e della conoscenza del mare, un bene prezioso per noi e il nostro Pianeta.

Sono specialmente i giovani i destinatari di questa iniziativa ed ecco perché tra i protagonisti della Giornata ci sono gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado. Bisogna tutelare il mare in ogni nostro comportamento quotidiano.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite contiene 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, ognuno con effetti diretti ed indiretti sulla tutela del nostro mare. Sono dei passi verso il progresso ecologico da raggiungere nel minor tempo possibile.

Secondo l’ISPRA sono oltre 240 le specie aliene identificate nel nostro mare. Più del 70% dei rifiuti marini si deposita sui fondali italiani, dei quali il 77% è plastica, e sulle spiagge la situazione non è migliore.

La tutela del mare in Italia

Quante sono le aree marine protette nel nostro Paese?

Sono 27, cui si aggiungono 2 parchi sommersi che tutelano in totale circa 228.000 ettari di mare e 700.000 km di costa. Il 19,12% delle acque territoriali italiane è coperto da aree marine a vario titolo protette. Tuttavia, secondo lo Ioc-Unesco solo l’1,67% di queste aree implementa in maniera efficace i propri piani di gestione. Le attività umane, come pesca e turismo dovrebbero essere parzialmente o totalmente limitate, così da permettere la riproduzione dei pesci e quindi la conservazione della biodiversità del più grande ecosistema del Pianeta.

Solo lo 0,1% sono aree a protezione integrale.

Cosa minaccia l’ecosistema marino?

  • Cambiamenti climatici e calamità naturali: il terremoto in Turchia e il ciclone che si è abbattuto sulla Nuova Zelanda sono solamente gli ultimi due eventi catastrofici che si sono verificati nel mondo. I cambiamenti climatici sono diventati una delle questioni più urgenti del nostro pianeta perché alterano gli ecosistemi marini anche più rapidamente di quelli terrestri. Anche il nostro mar Mediterraneo si sta riscaldando ad una velocità superiore del 20% rispetto al resto del pianeta.
  • Inquinamento: dovuto alle immissioni costiere (scarichi di liquami o rifiuti industriali), alla deposizione atmosferica (tutte le sostanze inquinanti rilasciate in aria e portate in mare dalle piogge) e l’inquinamento causato dalle navi, dall’estrazione di petrolio e di risorse minerarie. La plastica è il principale inquinante di mare e oceani.
  • Eutrofizzazione: provocata dal rilascio in acqua di nutrienti che derivano dai fertilizzanti impiegati in agricoltura e negli allevamenti. Questi generano una crescita eccessiva di fitoplancton e un conseguimento esaurimento dei nutrienti; ne deriva la morte degli organismi marini.
  • Pesca: in molte aree del mondo la quantità di esemplari pescati supera quella degli organismi abili alla riproduzione. Le nuove tecniche di pesca, come il dragaggio e la pesca a strascico, possono danneggiare gli habitat marini. Un altro fenomeno dannoso è la pesca fantasma e la pesca illegale.
  • Specie invasive: trovandosi in un nuovo habitat dove spesso non hanno predatori naturali procurano squilibri alla biodiversità.

Tutte queste attività provocano ingenti perdite nella diversità biologica.

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