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Vi siete mai chiesti qual è la vostra origine? Da dove viene la vostra famiglia e più in generale quale origine ha il popolo della vostra città e della vostra regione?

Noi di Nieddittas siamo molto legati al nostro mare e alla nostra terra e più di una volta siamo stati attratti da questa domanda come i molti studiosi che hanno cercato di trovare una risposta certa andando a ritroso nella storia. In realtà non c’è ancora nessuna certezza, ma secondo molti ricercatori la storia dell’antica e misteriosa civiltà nuragica sembra essere intrecciata a quella dei temuti popoli del mare che sono stati nominati in molti documenti egizi e non solo.

E allora cerchiamo di capire chi erano i Popoli del Mare e cosa hanno avuto a che fare con la Sardegna e i suoi abitanti.

Le origini dei Popoli del Mare

Chi erano i popoli del mare? È difficile dare una risposta certa alla domanda, perché si hanno poche fonti su cui cercare notizie di queste popolazioni e tutte riportano delle informazioni di carattere militare, che poco fanno capire sulla loro provenienza e la loro storia nel corso dei secoli.

Avendo così pochi dati su cui lavorare gli studiosi hanno potuto fare solamente delle congetture; una in particolare vede i Popoli del Mare riuniti in una confederazione di pirati proveniente forse dall’Europa meridionale, che verso la fine dell’Età del Bronzo ha fatto numerose battaglie navali per invadere i regni del vicino Oriente e del Mediterraneo orientale come la Siria, la Palestina, Cipro, l’Asia minore e l’Egitto.

La comparazione di diversi documenti ha portato a pensare che il declino di antiche civiltà come quella Micenea, il regno dei Mitanni e l’Impero Ittita sia dipeso proprio dagli attacchi dei Popoli del Mare, perché avvenuti tutti nel 1175 a.C. circa e per questo motivo le loro imprese militari sono considerate come uno dei fattori determinanti della fine dell’Età del Bronzo e l’inizio dell’Età del Ferro.

In nessuno dei pochi documenti rimasti si nominano esplicitamente i Popoli del Mare, ma si fa invece riferimento a navi giunte dal Grande Verde, ovvero la parte tirrenica del Mar Mediterraneo o dalle isole senza specificare quali, perciò l’egittologo Gaston Maspero verso la fine dell’Ottocento parlò per la prima volta dei Popoli del Mare.

Come si diceva la maggior parte delle testimonianze appartiene a delle iscrizioni egizie appartenenti al faraone Ramses II, al figlio successore Merenptah e a Ramses III.

La testimonianza dei faraoni

Nelle iscrizioni delle stele di Tani si possono leggere le descrizioni degli scontri avvenuti durante il regno di Ramses II, in cui il faraone è riuscito a sconfiggere i Popoli del Mare che si erano stabiliti sulla costa egiziana. Il faraone ha fatto in modo che le navi nemiche entrassero nel Delta del Nilo in cui ad aspettarle c’era una piccola flotta difensiva; i Popoli del Mare pensando di avere una vittoria facile si ritrovarono a dover subire dei pesanti attacchi laterali da altre imbarcazioni faraoniche nascoste. Dalle testimonianze si legge che in questo attacco erano coinvolti solo gli Shardana e che Ramses II li ha costretti a entrare nel suo esercito e sotto il suo comando presero parte allo scontro armato contro l’antica popolazione degli Ittiti.

Merenptah figlio di Ramses II si trovò a dover difendere nuovamente il Delta del Nilo nel 1200 a.C. circa, quando i Popoli del Mare si erano alleati con i Libici per conquistare l’Egitto. Questa volta sono diverse le popolazioni nominate oltre ai già citati Shardana: Lukka, Shekelesh, Teresh e Ekwesh. La testimonianza di questo attacco è stata riportata nella Grande iscrizione di Karnak e sulla stele di Merenptah all’interno del tempio funerario del faraone in cui viene descritta la sconfitta inflitta ai nemici e la seguente pace nel regno. Più di 6.000 morti, 9.000 prigionieri, la sottomissione delle regioni ribellatesi all’Egitto per riportare la pace e la sicurezza nel regno.

Nel tempio di Medinet Habu si trova un’importante iscrizione che riporta un’altra invasione dei Popoli del Mare avvenuta nel XII secolo a.C. durante il regno di Ramses III della Ventesima Dinastia. Nella testimonianza del faraone si legge come l’assalto dei pirati abbia raso al suolo diverse regioni senza trovare resistenze e per questo motivo, i Popoli del Mare alleati ancora una volta ai Libici si trovarono in poco tempo lungo le coste dell’Egitto. Ramses III conoscendo la forza di questi combattenti grazie agli scritti dei suoi predecessori, decise di preparare degli agguati lungo tutta la costa e il Delta del Nilo in cui degli arcieri nascosti avrebbero attaccato i nemici fino ad annichilirli nel 1178 a.C. vicino alla città di Xios; anche in questa occasione ci furono molte perdite da parte dei nemici e i sopravvissuti vennero costretti ad arruolarsi oppure venduti come schiavi. Dopo questa sconfitta non si sono trovate altre testimonianze in cui si parlasse dei Popoli del Mare.

Ipotesi sui Popoli del Mare

Da queste iscrizioni del tempo dei faraoni si può capire una cosa molto importante: nei loro reportage di guerra, se così si possono chiamare, Ramses II e i suoi successori hanno dato solo delle informazioni di carattere militare dei Popoli del Mare e soprattutto questi combattenti in nessuna occasione sono stati presentati come dei nuovi nemici mai incontrati prima di allora, quindi erano dei popoli conosciuti almeno nel bacino del Mediterraneo e per questo motivo non c’era bisogno di dilungarsi a descrivere chi fossero e da dove venissero.

Ma c’è di più: secondo delle congetture, i Popoli del Mare potrebbero essere stati degli antichi alleati dell’Egitto. Questa ipotesi potrebbe spiegare la sorpresa davanti all’attacco subito che si percepisce da alcuni passaggi delle scritture e perché Ramses II decise di far diventare delle sue personali guardie del corpo alcuni dei prigionieri fatti dopo la sua vittoria.

C’è ancora un elemento interessante che ci viene trasmesso da questi antichi testi: in particolare, nel racconto del periodo di Merenptah si sottolinea che nelle navi nemiche oltre a un gran numero di donne e bambini erano presenti anche tanti strumenti per costruzioni edili e di uso casalingo, il che poteva significare che in seguito a lunghi periodi di aridità che avevano provocato carestie nelle loro regioni, i Popoli del Mare cercassero nuovi territori in cui insediarsi stabilmente.

I Popoli del Mare in Sardegna

Ma se non sappiamo chi erano i Popoli del Mare, come si può affermare che la loro storia è intrecciata a quella dell’antica popolazione sarda?

Nelle iscrizioni di cui abbiamo parlato si fa più volte riferimento alla popolazione degli Shardana e ci sono anche delle raffigurazioni che ci danno un’idea di come questi combattenti erano vestiti durante le battaglie: spade lunghe con punta triangolare, pugnali più corti per i combattimenti a distanza ravvicinata, lance, scudo di forma circolare, gonnellino corto, corazza per proteggere il corpo e infine elmo con lunghe corna. Con questa breve descrizione possono subito tornare in mente i bronzi nuragici della Sardegna che oggi possono essere ammirati in diversi musei dell’isola come quello archeologico nazionale di Cagliari. Secondo molti studiosi un’altra somiglianza appare anche tra il nome stesso del popolo Shardana e quello di Sardegna-sardo.

Ma come si possono spiegare queste somiglianze? Secondo delle teorie gli Shardana che per lungo tempo hanno invaso e distrutto intere regioni del Mediterraneo orientale senza trovare alcuna resistenza se non quella dei faraoni, potrebbero essere state delle popolazioni originarie proprio della Sardegna. Secondo altre teorie invece gli Shardana avrebbero optato per l’isola sarda dopo gli insuccessi egiziani, precedendo quindi l’arrivo dei Fenici e dei Cartaginesi. Lo sbarco in questo territorio sembrerebbe essere avvenuto in circostanze abbastanza pacifiche, dato che le popolazioni locali erano dedite all’agricoltura e all’allevamento e gli insediamenti nuragici non erano delle fortezze difensive come molti pensano, ma dei luoghi di culto religioso e astronomico; perciò, le popolazioni autoctone si sarebbero sottomesse ai nuovi arrivati senza nessun combattimento.

A dare maggiore autorità a questa ipotesi sono proprio i bronzetti sardi: nella zona di Sarroch sono state ritrovate delle ceramiche del tipo Miceneo III C corrispondenti più o meno al 1200-1000 a.C., le stesse ceramiche sono state rinvenute anche in altre aree come in Palestina, il che spiegherebbe la diffusione dei Popoli del Mare. In particolare la produzione dei bronzetti in Sardegna avvenuta in questo periodo, dà ragione alla teoria dell’arrivo di nuove popolazioni provenienti da Oriente; infine uno studio fatto su più di 600 statuine trovate sull’isola e in altre parti del Mediterraneo dimostra che la loro fabbricazione potrebbe risalire verso il XII e il XI secolo a.C. per concludersi poi verso il VI secolo a.C..

Altri Popoli del Mare

Al fianco degli Shardana altre popolazioni hanno tentato più volte di annientare le potenze del Mediterraneo orientale, in particolar modo dell’Egitto che come abbiamo visto ha saputo difendersi e anche per queste popolazioni ancora oggi è difficile ricreare delle origini certe: ad esempio gli Shekelesh sono stati associati alla popolazione dei Siculi che si è insediata nella Sicilia dell’est verso la fine dell’Età del Bronzo, i Teresh con i Tirreni, nome con il quale venivano identificati gli Etruschi e gli Ekwesh con gli Achei che potevano aver già preso il controllo dell’Asia minore occidentale. Molte di queste popolazioni sono state nominate anche in testi noti come la Bibbia e l’Odissea, ma il più delle volte non si può dire con certezza chi sono stati i Popoli del Mare e che fine hanno fatto.

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